La pandemia sta mettendo a rischio la produzione di dati fondamentali per il raggiungimento degli SDGs.
La diffusione del Coronavirus sta limitando la capacità di molti uffici statistici nazionali di fornire statistiche ufficiali mensili e trimestrali, nonché i dati necessari per monitorare i progressi sugli SDGs. Una recente indagine condotta dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale (con risposte da 122 paesi) mostra che la pandemia ha colpito le operazioni della stragrande maggioranza degli uffici statistici nazionali: Il 65 % delle sedi sono parzialmente o completamente chiuse, il 90 % ha istruito il personale a lavorare da casa, e il 96 % ha parzialmente o completamente interrotto la raccolta di dati di persona.In più, un gran numero di indici SDGs sono disponibili solo con tanto ritardo. Per esempio, in almeno la metà dei paesi o delle aree del database, l’ultimo dato disponibile per gli indicatori relativi alla povertà (Obiettivo 1) è quello del 2016 o prima. Una situazione simile si trova per gli indicatori sulla parità di genere (Obiettivo 5), la sostenibilità delle città (Obiettivo 11) e la pace, la giustizia e solide istituzioni (Obiettivo 16).
L’impatto della pandemia sugli obiettivi: dati sulla povertà
Prima della pandemia, il mondo aveva fatto progressi – anche se disomogenei – verso gli Obiettivi globali, per cui erano ancora necessarie iniziative urgenti nella maggior parte dei settori.
La pandemia sta colpendo le persone più povere e vulnerabili del mondo ed ha messo a nudo le dure e profonde disuguaglianze della nostra società, aggravando ulteriormente le disparità esistenti all’interno e tra i paesi. Nelle economie avanzate, i tassi di mortalità sono stati più alti tra alcuni soggetti più vulnerabili, come le persone anziane; mentre nei paesi in via di sviluppo, i più vulnerabili – tra cui gli anziani, le persone con disabilità, gli indigeni, i bambini, i migranti e i rifugiati – rischiano di essere colpiti ancora più duramente.
L’impatto della pandemia sugli obiettivi: dati sulla disoccupazione
Prima della pandemia, il mondo aveva fatto progressi – anche se disomogenei – verso gli Obiettivi globali, per cui erano ancora necessarie iniziative urgenti nella maggior parte dei settori.
A causa della disoccupazione e della sottoccupazione causate dalla crisi COVID-19, circa 1,6 miliardi di lavoratori dell’economia sommersa – metà della forza lavoro globale – potrebbero essere pesantemente colpiti. Si stima che il reddito dei lavoratori irregolari in tutto il mondo sia calato del 60 per cento nel primo mese della crisi, e fino all’81 per cento in alcune regioni. La crisi ha anche aumentato significativamente la vulnerabilità di un miliardo di abitanti delle baraccopoli del mondo, che hanno già sofferto di alloggi inadeguati e di un accesso limitato o nullo alle infrastrutture e ai servizi di base.
L’impatto della pandemia sugli obiettivi: le donne
Anche le donne e i bambini stanno pagando il peso della crisi e della maggiore insicurezza economica. La crisi sta causando un aumento delle denunce di violenza contro donne e ragazze; basti pensare che in al alcuni paesi i casi di violenza domestica sono aumentati del 30%. Si possono prevedere milioni di gravidanze indesiderate poiché decine di milioni di donne non sono in grado di accedere a servizi di pianificazione familiare. Inoltre, le donne – che già sopportano un carico sproporzionato di lavoro domestico non retribuito – si assumono gran parte del lavoro di accudimento aggiuntivo a causa della chiusura di scuole e asili. Essere in prima linea nella lotta contro il coronavirus mette anche le donne a maggior rischio in quanto rappresentano quasi il 70 % degli operatori sanitari e sociali a livello globale
L’impatto della pandemia sugli obiettivi: i bambini
L’interruzione dell’assistenza sanitaria e l’accesso limitato ai servizi alimentari e nutrizionali potrebbero causare centinaia di migliaia di ulteriori morti sotto i 5 anni e decine di migliaia di ulteriori morti materne nel 2020. Circa 370 milioni di bambini hanno saltato i pasti scolastici a causa della chiusura delle scuole e 70 paesi hanno riportato interruzioni da moderate a gravi o una sospensione totale dei servizi di vaccinazione infantile durante marzo e aprile 2020. L’assenza prolungata dalla scuola porta a un tasso di abbandono degli studi più alto e meno persone prendono il diploma con la conseguenza anche di un peggioramento deii risultati dell’apprendimento. Ha anche un effetto negativo sullo sviluppo sociale e comportamentale di bambini e giovani. I bambini delle comunità povere e svantaggiate sono molto più a rischio di lavoro minorile, matrimonio infantile e traffico di bambini dato che sempre più famiglie cadono in condizioni di estrema povertà